Il recupero dei crediti nell’era Covid-19: alcuni suggerimenti per le aziende
Nell’attuale periodo di emergenza da Covid-19, recuperare i crediti aziendali è divenuto ancor più difficile e complesso, anche a causa di norme speciali che hanno sospeso la pignorabilità di beni. E’ quindi importante fornire alle imprese una serie di indicazioni per ottimizzare il processo di recupero dei crediti, ponendo grande attenzione alla fase stragiudiziale. E’ inoltre essenziale affidare l’attività di recupero a un legale specializzato nel recupero dei crediti aziendali e dotato di precise caratteristiche.
1. L’impatto dell’emergenza Covid-19 sull’attività di recupero crediti
I crediti insoluti hanno da sempre rappresentato un grave problema per le imprese, anche a causa degli effetti che essi producono sul piano economico, patrimoniale, finanziario e fiscale. L’impatto della pandemia da Covid-19 ha reso, se possibile, ancora più complesso e problematico per le aziende recuperare i propri crediti.
Ciò non soltanto per il generale impoverimento che gli effetti della pandemia hanno avuto su gran parte del tessuto produttivo – che aumenta ovviamente il rischio della infruttuosità dei tentativi di recupero del credito – ma anche e soprattutto per una serie di norme emergenziali che impattano direttamente sull’attività di recupero crediti. Mi riferisco in particolare a:
- la sospensione dei pignoramenti presso terzi riguardanti le somme dovute a titolo di stipendio, salario, altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, comprese quelle dovute a causa di licenziamento, e quelle dovute a titolo di pensione, indennità in luogo di pensione o assegni di quiescenza, prevista dal Decreto Rilancio;
- la sospensione dei pignoramenti immobiliari aventi ad oggetto l’abitazione principale del debitore, prevista anch’essa dal Decreto Rilancio;
- la norma del Decreto Cura Italia secondo cui “il rispetto delle misure di contenimento è sempre valutata ai fini dell’esclusione, ai sensi e per gli effetti degli articoli 1218 e 1223 c.c., della responsabilità del debitore, anche relativamente all’applicazione di eventuali decadenze o penali connesse a ritardati o omessi adempimenti” (che pur non essendo in linea teorica applicabile alle obbligazioni pecuniarie, può rendere più difficoltoso il recupero dei crediti);.
- la nuova ipotesi di mediazione obbligatoria introdotta dalla L. n. 70/2020, per tutte le controversie aventi ad oggetto obbligazioni nascenti da un contratto, in cui l’inadempimento di una delle parti sia dovuto al rispetto delle misure di contenimento dell’epidemia da Covid-19 (norma che si presta ad un utilizzo generalizzato e strumentale, impedendo ad es. l’emissione di un decreto ingiuntivo prima che sia stato instaurato il tentativo di mediazione).
In questo quadro, quali suggerimenti è possibile fornire alle imprese per gestire al meglio l’attività di recupero crediti nel periodo così difficile che stiamo vivendo?
2. Ottimizzare la procedura interna aziendale di credit collection
Una delle misure che le imprese possono, ed anzi, dovrebbero adottare per limitare il sorgere dei crediti insoluti e rendere più efficace gestire al meglio la credit collection, soprattutto nell’attuale periodo di emergenza, è una efficace procedura interna sulla gestione dei crediti.
Non vi sono regole generali per la redazione di una procedura interna sui crediti; ogni impresa dovrà predisporne una ad hoc, in rapporto alla propria attività, struttura, strategia commerciale/finanziaria, specifiche esigenze. In generale, una serie policy interna sul recupero dei crediti dovrebbe prevedere, ad esempio:
- sistemi automatizzati che consentano l’acquisizione di informazioni preventive commerciali/finanziarie sui clienti, complete, tempestive ed aggiornate;
• sistemi operativi che consentano l’analisi del rischio finanziario preventivo (per i clienti nuovi) e periodico (per i clienti in essere); - un sistema automatico di monitoraggio dei limiti di fido concessi ai clienti;
- un sistema automatico di monitoraggio dello stato di salute finanziaria dei clienti e delle varie scadenze di pagamento, collegato a idonei sistemi di «alert»;
- un sistema di blocco automatico degli ordini dei clienti in caso di esposizione superiore al valore del fido assegnato e/o di crediti scaduti oltre un certo limite temporale, etc.;
L’adozione ed efficace attuazione di una procedura interna per la gestione dei crediti costituisce la premessa non soltanto per ridurre il più possibile il sorgere di crediti insoluti, ma anche per rendere più efficace la futura eventuale azione di recupero, affidata al legale. E’ dimostrato infatti che le aziende che hanno implementato al loro interno una procedura idonea sulla gestione dei crediti hanno una probabilità maggiore di circa il 30% di recuperare effettivamente i crediti, rispetto alle aziende che ne sono prive.
Favorire al massimo le soluzioni stragiudiziali di recupero del credito
Mai come in questo periodo è essenziale favorire le soluzioni stragiudiziali per il recupero del credito, cioè piani di rientro, piani rateali etc. Viste le numerose incertezze e rischi che presenta un’azione giudiziale di recupero, un accordo stragiudiziale per il debitore è quasi sempre l’opzione preferibile rispetto ad un procedimento giudiziale, anche per i minori costi che esso presenta.
Ciò implica che il creditore – e il suo legale – devono armarsi, ancor più di prima, di molta pazienza, mostrandosi nei confronti del debitore fermo e risoluto ma al contempo disponibile al dialogo e comprensivo, in modo da raggiungere il risultato migliore possibile tenuto conto delle circostanze e del caso concreto. Ovviamente, questo significa anche un probabile allungamento dei tempi: sia di quelli necessari a raggiungere l’accordo con il debitore, sia soprattutto di quelli per ottenere il pagamento (che potrà essere anche decurtato nel suo ammontare).
In ogni caso, come sempre è opportuno redigere per iscritto e in modo preciso l’accordo con il debitore, con l’ausilio del proprio legale di fiducia.
Effettuare un’analisi preventiva di solvibilità per il debitore
Mai come ora occorre effettuare una seria e completa analisi di solvibilità del debitore, anche alla luce dei divieti di pignoramento previsti dalle norme emergenziali.
Tale analisi consente infatti di stabilire, preventivamente (cioè prima di iniziare un’azione giudiziale di recupero, che comunque comporta costi), se vi sono beni aggredibili del debitore in sede di esecuzione forzata (cioè pignorabili) e quindi se vi sono sufficienti probabilità di ottenere il recupero del credito. Ciò a sua volta permette di:
- fissare dei parametri per un eventuale accordo stragiudiziale con il debitore (posto che ovviamente all’aumentare delle probabilità di recupero del credito diminuiranno i margini di elasticità concessi al debitore, e viceversa);
- stabilire se è opportuno intraprendere un’azione giudiziale per il recupero (che comunque implica dei costi a carico del creditore);
- individuare i beni pignorabili, concentrando l’azione di recupero ed evitando inutili perdite di tempo e costi;
- pattuire con il legale incaricato del recupero onorari in percentuale sul riscosso, minimizzando così i costi legali.
Anche per tale attività vale sempre il suggerimento di evitare il “fai-da te” ed affidarsi ad agenzie investigative specializzate, serie ed efficienti, con l’opportuno controllo e coordinamento del legale di fiducia dell’azienda, cui spetta il delicato compito di fornire preziose valutazioni circa la possibilità di recupero del credito e l’opportuna strategia da adottare.
Esperire un tentativo di mediazione con il debitore
E’ opportuno – e in alcuni casi obbligatorio, come si è visto prima – esperire un tentativo di mediazione con il debitore, rivolgendosi ad un apposito organismo (ve ne sono molti, ma il legale di fiducia dell’azienda saprà consigliare quello opportuno). Ciò può consentire di:
- aumentare le probabilità di raggiungere un accordo con il debitore per il rientro del debito (posto che il mediatore, se professionalmente capace, può avere margini di successo maggiori rispetto alle parti e ai loro legali, e trovare soluzioni “innovative” che possono consentire all’azienda di recuperare il credito con modalità diverse);
- evitare che l’eventuale azione di recupero possa essere bloccata dal debitore con eccezioni di improcedibilità anche pretestuose, con conseguente perdita di tempo e di denaro.
Rivolgersi ad un legale specializzato nel recupero dei crediti aziendali
Infine, un ultimo suggerimento. In questo difficile periodo, è opportuno, ancor più di prima, che le imprese si rivolgano ad uno studio legale esperto e specializzato nell’attività di recupero crediti aziendali. Il legale incaricato del recupero dei crediti aziendali dovrebbe infatti essere:
- a conoscenza della struttura, caratteristiche ed esigenze dell’impresa, di cui dovrebbe condividere obiettivi e le strategie;
- efficace e tempestivo nella propria attività (quindi in particolare disporre di uno studio ben organizzato dal punto di vista del personale addetto all’attività di recupero crediti e delle risorse tecnologiche utilizzate, e informare costantemente e tempestivamente il cliente, permettendogli di valutare i risultati dell’attività di recupero dei crediti);
- elastico nelle politiche tariffarie, in modo da assicurare all’impresa il miglior rapporto possibile costi/benefici (in particolare, pattuendo onorari almeno in parte in percentuale sul riscosso).
In una parola, lo studio legale incaricato del recupero dei crediti dell’impresa dovrebbe diventare – mai come ora – una funzione integrata con l’impresa, intrattenendo con l’impresa una sorta di partnership.
Avv. Valerio Pandolfini
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